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calendar_today 30 maggio 2023
Il 17 maggio 2023, la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma dell'Unione doganale europea.
L'Unione doganale è unica al mondo ed è essenziale per il corretto funzionamento del mercato unico dell'Unione europea, in quanto permette di stabilire una tariffa doganale comune sulle importazioni provenienti da territori esterni all'Unione europea. Agisce come un'entità unica, facilitando notevolmente il commercio internazionale.
Tuttavia, l'Unione doganale dell'Unione europea è chiamata, oggi, a far fronte a numerose sfide, dovute all'aumento dei volumi commerciali, alle evoluzioni digitali, alle discrepanze che permangono tra gli Stati membri, ma anche alle mutevoli forze geopolitiche. Queste sono le questioni che la Commissione propone di affrontare.
La Commissione definisce la propria proposta di riforma come la più ambiziosa che sia mai stata avanzata dalla nascita dell'Unione doganale dell'Unione europea.
L'obiettivo principale è quello di ridurre gli oneri doganali del 25%, mantenendo un elevato standard di sicurezza, nonché quello di mantenere un mercato trasparente per i cittadini dell'Unione Europea.
Una delle sfide che questa proposta intende affrontare è riferita al panorama commerciale, in particolare all'aumento di e-commerce, attraverso una semplificazione delle procedure doganali e migliorando l'efficienza dei controlli.
Ad essa si aggiunge l’intento di aumentare il gettito dei dazi e di standardizzare l'attuazione operativa dei controlli doganali nei diversi Stati membri, facilitando il flusso commerciale e garantendo al contempo il controllo dei prodotti illeciti e non conformi. Si propone altresì l’istituzione di una nuova Autorità doganale dell'Unione europea, con la missione di supervisionare l'attuazione delle norme in materia doganale, di gestire e sviluppare l’hub dei dati doganali dell'Unione europea e di coordinare la gestione delle crisi operative.
L'Autorità doganale sarà, altresì, in grado di centralizzare a livello europeo le competenze doganali per fornire raccomandazioni i materia di controllo alle autorità doganali nazionali, che saranno obbligate ad applicarle o a giustificare la loro mancata applicazione. Poiché l'Unione Europea è stata recentemente criticata per la difficile attuazione concreta delle sanzioni internazionali contro la Russia, l'Autorità doganale avrà la capacità di sviluppare protocolli e procedure per diversi scenari di crisi, garantendo una migliore prioritizzazione dei rischi elevati e il coordinamento dei controlli e delle ispezioni.
L'hub dei dati doganali dell'Unione europea, gestito dalla nuova Autorità doganale, fungerebbe da motore del nuovo sistema. La riforma mira, infatti, a sostituire le infrastrutture informatiche doganali esistenti negli Stati membri (ne esistono più di 100 diverse) con un unico sistema centralizzato.
La Commissione ritiene che questo sistema potrebbe far risparmiare fino a 2 miliardi di euro all'anno di costi operativi, oltre a facilitare notevolmente i processi doganali. Il Data Hub fungerebbe da interfaccia unica per l'Unione Europea per qualsiasi importazione, armonizzando, razionalizzando e riducendo i tempi di compilazione delle dichiarazioni doganali per gli operatori e facilitando il riutilizzo dei dati. Il calendario proposto dalla riforma prevede l'attuazione graduale di questi cambiamenti nei prossimi 10-15 anni. Le nuove regole, così come la giurisdizione dell'Autorità doganale dell'Unione europea e del Data Hub, verrebbero attuate entro il 2028 solo per il commercio elettronico, per poi essere estese a tutti gli importatori entro il 2032, ma solo su base volontaria. Dopo una valutazione della situazione nel 2035, l'obiettivo è di rendere obbligatorio l'uso del Data Hub per tutti gli operatori commerciali entro il 2038.
Queste proposte si basano su tre pilastri:
In conclusione, preme ribadire che tale riforma, molto ambiziosa, è attualmente solo una proposta legislativa della Commissione, e quindi non è ancora entrata in vigore.
Le proposte saranno inviate al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione europea per la discussione e l'eventuale accordo, nonché al Comitato economico e sociale europeo per la consultazione.
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